Nostro figlio ha un Disturbo Specifico dell'Apprendimento?
I campanelli di allarme: a cosa prestare attenzione per individuare un possibile DSA?
I bambini iniziano a sperimentare con i colori, le forme, gli strumenti per colorare già da molto piccoli. Pian piano però, le richieste della scuola diventano sempre più complesse, passando dal fare semplici disegni ad apprendere come leggere, come scrivere e come fare di calcolo.
Dai 5 ai 6 anni quindi, i bambini sperimentano molti cambiamenti. Non solo le attività cambiano ma anche i luoghi in cui si svolgono queste attività. Si passa da un ambiente in cui c’è la possibilità di alzarsi, correre, giocare ad uno in cui viene richiesto di stare seduti per la maggior parte del tempo, mantenendo attive concentrazione ed attenzione.
È in questo periodo che inizia il processo di alfabetizzazione.
Quando iniziare a prestare attenzione ai “fattori di rischio”?
È proprio durante la scuola dell’infanzia che è importante iniziare ad osservare le competenze dei bambini, quelli che vengono chiamati i prerequisiti dell’apprendimento.
Durante la scuola dell’infanzia si iniziano ad introdurre ai bambini delle attività in preparazione alla scuola primaria, come ad esempio ripassare le forme delle lettere, tenere in mano la penna, colorare le immagini mantenendo i colori nei margini del disegno.
Queste semplici attività servono per sviluppare le competenze visuo-spaziali e della motricità fine, due aspetti fondamentali per un corretto apprendimento della letto-scrittura e del calcolo.
Cosa è importante osservare?
Ci sono alcune competenze che fanno da base agli apprendimenti, non si tratta quindi solo di osservare se il bambino sa leggere o scrivere correttamente, ma se sono presenti delle abilità che supportano il corretto sviluppo degli apprendimenti a 360°.
Alcune di queste abilità riguardano la capacità di mantenere l’attenzione sul compito, saper recuperare le parole, saper riconoscere suoni uguali e suoni diversi (es. sillabe, lettere iniziali delle parole), capacità di discriminazione visiva e di gestione delle componenti spaziali.
Cosa fare se si notano delle difficoltà?
È importante agire il prima possibile, perché un intervento precoce può aiutare nel recupero delle competenze nelle aree di debolezza. Si può parlare con gli insegnanti per pensare ad attività di potenziamento o rivolgerci ad un professionista (psicologo e/o logopedista).
Le difficoltà riscontrate nei primi anni sono sempre sintomo di un Disturbo Specifico dell’Apprendimento?
No, non sempre le difficoltà che si notano nei primi anni di scuola portano poi ad un DSA. Alcuni bambini con attività mirate riescono a recuperare tutte le loro lacune. I bambini con DSA invece continuano ad avere aree di fragilità nonostante le attività di potenziamento, ovvero c’è una resistenza all’automatizzazione delle competenze. Questo non significa che il potenziamento è inutile, anzi, è fondamentale. Tramite attività mirate è possibile comunque migliorare le prestazioni dei bambini e aiutarli a trovare strategie vincenti per lo studio e l’apprendimento.
Il Disturbo Specifico dell’Apprendimento non è qualcosa che si acquisisce con il tempo ma è presente fin dalla nascita. Iniziano ad emergere i primi sintomi nel momento in cui il bambino è esposto per la prima volta a tutte quelle attività che rientrano nelle aree degli apprendimenti.
Può capitare anche che un bambino abbia un DSA ma che nessuno se ne accorga fino a quando è molto più grande, questo perché alcuni studenti trovano delle ottime strategie di compensazione, andando a colmare in modo efficace le aree di fragilità. Solo quando le richieste della scuola diventano davvero complesse emergono con più chiarezza le caratteristiche di un Disturbo Specifico dell’Apprendimento.
Quando fare una diagnosi?
Per i DSA la diagnosi si fa a partire dalla fine della classe seconda della primaria per dislessia, disgrafia e disortografia, e a partire dalla classe terza della primaria per la discalculia.
Non è quindi necessario attivarsi subito per fare diagnosi, in quanto c’è grande variabilità nei tempi di apprendimento dei bambini, legata sia a caratteristiche funzionali individuali sia alla metodologia didattica adottata dall’insegnante.
Proprio per rendere conto di queste differenze nei tempi di apprendimento, nella normativa scolastica si mette in rilievo il fatto che anche nel caso in cui si dovessero ravvisare rallentamenti negli apprendimenti di base non si proceda subito all’invio per iniziare il percorso diagnostico, ma si mettano in pratica modifiche didattiche e vengano realizzate specifiche attività di rinforzo per fornire al bambino ulteriori occasioni di apprendimento.
Dove trovarmi?
Ricevo presso lo Studio Sanitario Qlinicus, a Casorezzo(MI), Via Europa,11.
Per informazioni e appuntamenti: 349 3011704